La fuga: die Flucht
Menschen manchmal entscheiden sich wegzugehen, um eine verlorene, schwierige, zerstörte Liebe hinter sich zu lassen, um ein Leben wieder aufzubauen und sich wieder aufs Spiel zu setzten. Eine richtige Flucht vor den Sorgen mit der Kenntnis, es zu schaffen.
Gli angeli che vivono
sull’asfalto
mi chiamano e sai che c’è?
gli do ascolto
dimentica i miei caffè
dimentica anche me
Nuvole si sciolgono
nei miei occhi
al tramonto con gli Dei
gioco a scacchi
dimentica le notti che
ti stringevi forte a me
E’ un po’ come perdere
un documento
mentre vago per il mondo
senza tempo
dimenticando cose che
mi fan pensare ancora a te
Troppi treni persi ormai
in questi anni
scappo via dagli occhi tuoi
e i loro inganni
dimentica i miei caffè
dimentica anche me
ho ancora un anima e voglio vivere
con chi un valore dà
ai sogni e le voglie che lasciano i segni
nel cuore e nel sangue per questo starò…
Come un angelo tra gli angeli
e i loro amplessi
camperò di musica
senza compromessi
canterò canzoni che
non parleranno più di te…
Foto von Palermo von Giuseppe Mazzola
Come le bandiere Achee/Wie die achäischen Flaggen
Der Protagonist dieses Lieds ist der Troianische Held Enea, das Emblem des Flüchtlings, der Opfer eines ungerechten Kriegs. Der Migrant, der das Mittelmeer durchquert, mit der Hoffnung zu überleben und im Fall Eneas auch mit der Verantwortung, seinen Vater und seinen Sohn, nämlich auch das was er gleichzeitig ist nämlich Vater und Sohn, zu retten
Muore Troia e la sua storia
dietro le spalle mie
Guerra santa guerra giusta
cosa vuoi che me ne importi ormai?
Le mie paure sono vere
come le bandiere achee
così alte così tante
come non ne avevo viste mai
Lo chiedo adesso, cosa devo fare?
Adesso chi mi può salvare?
Se questo fa di me ancora un eroe
Sangue e lotte in una notte
persi tutti i sogni miei
su una nave da sola vive
la speranza di che non saprei
Lo chiedo adesso in che porto andare
Adesso chi mi può salvare
da questo destino ingrato che ora mi toccò
Ad oggi ancora vago
per il mediterraneo
io sono Enea figlio di Dea
e anche un padre estraneo
di una stirpe ingrata tanto
che rinnega il suo passato
e lo getta via… lontano…
oggi Troia e la sua storia
nell’anima vedo io
fuori e dentro sempre al centro
di una strada che non muore mai
Troja und seine Geschichte gehen unter
hinter meinen Schultern
Heiliger Krieg, gerechter Krieg
was soll mich jetzt noch interessieren?
Meine Ängste sind wahr
wie die achäischen Flaggen
so hoch und so viele
wie ich sie noch nie gesehen habe
ich frage jetzt, was soll ich tun?
Wer kann mich jetzt noch retten?
Wenn mich das jetzt noch zum Helden macht
Blut und Kämpfe in einer Nacht
meine Träume sind alle verloren
auf einem Schiff lebt allein
die Hoffnung, von der ich nichts weiß
Ich frage jetzt, in welchen Hafen soll ich gehen
Wer kann mich jetzt retten
von diesem undankbaren Schicksal, das mich jetzt erfasst hat
Bis heute bin ich unterwegs
durch das Mittelmeer
ich bin Äneas, Sohn einer Göttin,
und auch ein fremder Vater
eines undankbaren Stamms
der seine Vergangenheit verdrängt
und sie wegwirft… weit weg…
heute sehe ich Troja und seine Geschichte
in meiner Seele
draußen und drinnen immer inmitten
einer Straße, die niemals stirbt.
Übersetzung von Umberto Barra, 12. Klasse, Gymnasium Phylippinum Marburg (Hessen)
Come Namor/Wie Namor
Eine Lebensveränderung aus eigener Wahl gestalten, indem man ihren eigenen Leidenschaften folgt. Der Protagonist dieses Lieds ist ein Surfer, der das Meer liebt und der daher die Dogmen der Gesellschaft ablehnt und sich die Freiheit wünscht. Er vergleicht sich mit dem Helden eines Comics: Namor, König von Atlantis
Tu società
mi chiami adesso
che di me stesso
ho scoperto tutto
La mia natura
è acqua pura
su una ferita
che mai guarita brucia in me
Io non lo so
se avrò successo
ma il mare è mosso
devo andare via
sento che mi manca
la schiuma bianca
non so spiegarlo
ma si fa strada dentro me… un richiamo feroce
Libertà, non te la chiedo mica me la prendo già
Lasciami, da oggi sono io che scelgo e niente me lo impedirà
Hey società
mi riconosci
tra le tue cosce
ero prigioniero
Ora ho ali ai piedi
ma non mi vedi?
posso planare
sul mare e non pensarti più… come un figlio dell’onda!
E’ la Verità…. Tieniti pure i tuoi limiti d’età
Eccomi, da oggi so che cosa sono e niente più mi fermerà
Come Namor
so vendicare
ci rivediamo
nella mia Atlantide
Perché i peccati
li ho bilanciati
in equilibrio
sulla follia e l’eternità… niente è mai già scritto
Libertà, non te la chiedo mica me la prendo già
Lasciami, da oggi sono io che scelgo e niente me lo impedirà
Samurai
Der Protagonist, Samurai, ist ein Surfer, ein „Träumer“, der um seinen Wellen in Portugal zu folgen, hart arbeitet und surft mit offenen Augen auf den Ozeanwellen.
Samurai è per gli amici
non gli importa de gli dici
che ha i capelli un quadro di Mirò
Lui ci tiene veramente
afferma che naturalmente
è colpa del sole tutto il di
Colpa del sole
Colpa del sale
Se la cava da bagnino
stacca il tempo di un panino
poi ritorna a fare quel che può
Il suo viaggio in Portogallo
è uno sballo costa tanto
c’è da farsi il culo ancora un po’
Se il lido chiude
cambia lavoro
mica si arrende
deve surfare
Li nell’oceano, tra le sirene quelle vere spot a mai finire
Li nell’oceano, che ha sognato troppe volte come non avesse scelta
Samurai tutto felice
quel sorriso gli si addice
quando taglia onde è così
Non gli importa se la gente
lo considera imprudente
se comincia un set non esce più
Le mani viola
le ignora
colpa del sale
colpa del mare
Li nell’oceano, ora cavalca le correnti col vento in mezzo ai denti
li nell’oceano, dove la pace è anche guerra, dove non si tocca terra
Li nell’oceano, ora cavalca le correnti col vento in mezzo ai denti
Li nell’oceano, che ha sognato troppe volte come non avesse scelta